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assaltò: non di manco, per esser uomo militare e che sa-
peva intrattenere el populo et assicurarsi de grandi, so-
Letteratura italiana Einaudi 90
Niccolò Machiavelli - Il Principe
stenne più anni la guerra contro a quelli: e, se alla fine
perdé il dominio di qualche città, li rimase non di man-
co el regno.
Per tanto, questi nostri principi, che erano stati molti
anni nel principato loro, per averlo di poi perso non ac-
cusino la fortuna, ma la ignavia loro: perché, non aven-
do mai ne tempi quieti pensato che possono mutarsi, (il
che è comune defetto delli uomini, non fare conto nella
bonaccia della tempesta), quando poi vennono i tempi
avversi, pensorono a fuggirsi e non a defendersi; e spe-
rorono ch e populi, infastiditi dalla insolenzia de vinci-
tori, li richiamassino. Il quale partito, quando mancano
li altri, è buono; ma è bene male avere lasciati li altri re-
medii per quello: perché non si vorrebbe mai cadere,
per credere di trovare chi ti ricolga. Il che, o non avvie-
ne, o, s elli avviene non è con tua sicurtà, per essere
quella difesa suta vile e non dependere da te. E quelle
difese solamente sono buone, sono certe, sono durabili,
che dependono da te proprio e dalla virtù tua.
Letteratura italiana Einaudi 91
Niccolò Machiavelli - Il Principe
CAP. 25
Quantum fortuna in rebus humanis possit, et quomodo illi sit oc-
currendum.
[Quanto possa la Fortuna nelle cose umane, et in che modo se
li abbia a resistere]
E non mi è incognito come molti hanno avuto et han-
no opinione che le cose del mondo sieno in modo gover-
nate dalla fortuna e da Dio, che li uomini con la pruden-
zia loro non possino correggerle, anzi non vi abbino
remedio alcuno; e per questo, potrebbono iudicare che
non fussi da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi go-
vernare alla sorte. Questa opinione è suta più creduta
ne nostri tempi, per la variazione grande delle cose che
si sono viste e veggonsi ogni dí, fuora d ogni umana co-
niettura. A che pensando io qualche volta, mi sono in
qualche parte inclinato nella opinione loro. Non di man-
co, perché el nostro libero arbitrio non sia spento, iudi-
co potere essere vero che la fortuna sia arbitra della
metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci gover-
nare l altra metà, o presso, a noi. Et assomiglio quella a
uno di questi fiumi rovinosi, che, quando s adirano, alla-
gano e piani, ruinano li arberi e li edifizii, lievono da
questa parte terreno, pongono da quell altra: ciascuno
fugge loro dinanzi, ognuno cede allo impeto loro, sanza
potervi in alcuna parte obstare. E, benché sieno cosí fat-
ti, non resta però che li uomini, quando sono tempi
quieti, non vi potessino fare provvedimenti, e con ripari
et argini, in modo che, crescendo poi, o andrebbono per
uno canale, o l impeto loro non sarebbe né si licenzioso
né si dannoso. Similmente interviene della fortuna: la
quale dimonstra la sua potenzia dove non è ordinata
virtù a resisterle, e quivi volta li sua impeti, dove la sa
che non sono fatti li argini e li ripari a tenerla. E se voi
considerrete l Italia, che è la sedia di queste variazioni e
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Niccolò Machiavelli - Il Principe
quella che ha dato loro el moto, vedrete essere una cam-
pagna sanza argini e sanza alcuno riparo: ché, s ella fussi
reparata da conveniente virtù, come la Magna, la Spa-
gna e la Francia, o questa piena non arebbe fatte le va-
riazioni grandi che ha, o la non ci sarebbe venuta. E
questo voglio basti avere detto quanto allo avere detto
allo opporsi alla fortuna, in universali.
Ma, restringendomi più a particulari, dico come si
vede oggi questo principe felicitare, e domani ruinare,
sanza averli veduto mutare natura o qualità alcuna: il
che credo che nasca, prima, dalle cagioni che si sono
lungamente per lo adrieto discorse, cioè che quel princi-
pe che s appoggia tutto in sulla fortuna, rovina, come
quella varia. Credo, ancora, che sia felice quello che ri-
scontra el modo del procedere suo con le qualità de
tempi; e similmente sia infelice quello che con il proce-
dere suo si discordano e tempi. Perché si vede li uomi-
ni, nelle cose che li  nducano al fine, quale ciascuno ha
innanzi, cioè glorie e ricchezze, procedervi variamente:
l uno con respetto, l altro con impeto; l uno per violen-
zia, l altro con arte; l uno per pazienzia, l altro con il suo
contrario: e ciascuno con questi diversi modi vi può per-
venire. Vedesi ancora dua respettivi, l uno pervenire al
suo disegno, l altro no; e similmente dua egualmente fe-
licitare con dua diversi studii, sendo l uno respettivo e
l altro impetuoso: il che non nasce da altro, se non dalla
qualità de tempi, che si conformano o no col procedere
loro. Di qui nasce quello ho detto, che dua, diversamen-
te operando, sortiscano el medesimo effetto; e dua
egualmente operando, l uno si conduce al suo fine, e
l altro no. Da questo ancora depende la variazione del
bene: perché, se uno che si governa con respetti e pa-
zienzia, e tempi e le cose girono in modo che il governo
suo sia buono, e viene felicitando; ma, se e tempi e le [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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